La pala d’altare
L’ornamentazione pittorica e scultorea dell’interno della chiesa cappuccina è il risultato di diverse campagne decorative, promosse nel tempo dai frati e da taluni devoti. Molto, tuttavia, è stato perso e trafugato nel corso degli anni. Della prima fase decorativa (prima metà del XVII secolo), oltre al Crocifisso ligneo di Vespasiano Genuino, resta la grande pala dell’altare maggiore raffigurante la Madonna degli Angeli con san Francesco d’Assisi, san Michele Arcangelo e sant’Antonio da Padova, finora unica opera nota, firmata e datata, del pittore Nicola Leonardo Ferdinando da Bari che la realizzò nel 1623. A lui andrebbe cautelativamente assegnata anche la tela della Flagellazione, posta nella controfacciata della chiesa.
In una data prossima a quella della pestilenza che nel 1656 colpì la capitale Napoli, si commissionarono tre tele che andarono a contornare e ad arricchire la citata e più antica pala di Nicola Leonardo Ferdinando. Eseguite dal pittore Nicola Gliri (Bitonto 1631 – documentato 1688) esse raffigurano: il Padre Eterno, in alto; San Gennaro, a sinistra; San Nicola di Bari, a destra. Allo stesso Gliri, inoltre, va ascritta sia la tela dell’Immacolata, inserita sulla volta della sacrestia, sia la ridipinta tela di Sant’Antonio da Padova che adora il Bambino Gesù, che rimossa nel 1958 dalla sua primitiva posizione (terza cappella di sinistra) è oggi conservata in un ambiente del convento. Sempre della seconda metà del Seicento sono quattro busti in legno di Santi Martiri, che ancora una volta contornano l’altare maggiore di gusto barocco.
A una fase successiva, rococò, appartengono i dipinti che ornano le pareti della chiesa e del convento: lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina e, nella volta, i quattro Dottori della Chiesa (Sant’Ambrogio, San Girolamo, Sant’Agostino e San Gregorio Magno), tutte opere di Andrea Miglionico (Miglionico 1662-notizie 1713); il Martirio di San Fedele da Sigmaringen di Vito Maremonti. Un’attenzione speciale merita ancora l’insieme di pitture murali che un tempo decoravano il chiostro, probabilmente con le Storie di San Francesco, e alcuni locali del convento. In quello che fu il refettorio dei monaci si conserva un affresco del 1736 raffigurante l’Adorazione di san Felice da Cantalice; la particolarità di quest’opera è data dal fatto che riporta non solo l’originale architettura del convento e di alcune cappelle della Via Crucis edificate lungo la strada, ma anche la veduta di Rutigliano.
Tra le sculture lignee di questo secolo, poste all’interno della cappella del Crocifisso, vanno citate l’Addolorata, il San Giovanni Evangelista e il Cristo Morto eseguite da Nicola Antonio Brudaglio (Andria 1703-notizie 1788). Al 1853 è datata la piccola tela della Madonna delle Grazie, opera autografa del conversanese Domenico Candela, posta lungo le scale di accesso al piano superiore del convento.
Testo a cura di Giovanni Boraccesi